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PACE, UN SIMBOLO, UN’IDEOLOGIA, UN VALORE

Il 12 gennaio a Cerveteri, nel Lazio, mentre si stava svolgendo un’iniziativa dell’ANPI si sono riuniti nella piazza del comune una trentina di militanti di Casapound che hanno protestato perché, da ormai 6 anni, sulla facciata principale del municipio sventola la bandiera della pace e il partito di estrema destra ne vuole la rimozione.


Il sindaco però non si è fatto intimorire e coraggiosamente è sceso in piazza provando a spiegare ai militanti: “Quella della Pace non è una bandiera politica, a meno che non si voglia intendere che nella nostra Nazione la Pace abbia un colore partitico”.

Insieme a questa affermazione ha regalato una copia della costituzione ai manifestanti, la quale ribadisce che l’Italia è un paese che ritiene la pace come un valore della nostra nazione, che ripudia la guerra e qualsiasi forma di fascismo. Allegata a quest’ultima ha fatto avere ai militanti anche la copia della lettera che la prefettura ha spedito al municipio, scrivendo che la bandiera della pace può essere appesa, a patto che sia posta in un gonfalone staccato da quelli istituzionali per motivi cerimoniali.


Dopo aver respinto la protesta dei manifestanti di Casapound, il sindaco, è salito nel suo ufficio e appena arrivato ha aperto la finestra che dà sulla piazza principale sventolando un’altra bandiera della pace, mentre tutti i membri dell’ANPI presenti alla loro iniziativa si sono disposti formando il simbolo della pace.


Quello successo a Cerveteri è un fatto che non riguarda solamente quella città, ma l’Italia intera. Tutti dovremmo essere orientati verso la pace, che è il valore fondamentale per stare insieme agli altri, il valore fondamentale per accogliere le persone in difficoltà nella nostra comunità/società. La pace è il fondamento di tutto, senza la pace c’è la guerra.


La cosa che però stupisce di più è che un movimento politico, o una frangia di quest’ultimo voglia la rimozione di un simbolo così importante per la società di oggi, per l’Europa di oggi, ma soprattutto per l’Italia di oggi.


Più che contestare questa iniziativa, infatti, sarebbe decisamente più opportuno accoglierla in più comuni per far emergere il fatto che noi siamo una nazione pacifica, che accoglie, ma che soprattutto aiuta.


Antonio Zanatel

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